Effetti - Esecuzione - Clausola di buona fede - Nozione - Conseguenze - Fattispecie - Conto corrente bancario - Comportamento dell’istituto dopo la chiusura del rapporto.
La clausola di buona fede nella esecuzione del contratto opera come criterio di reciprocità, imponendo a ciascuna delle parti del rapporto obbligatorio di agire in modo da preservare gli interessi dell’altra e costituisce un dovere giuridico autonomo a carico delle parti contrattuali, a prescindere dall’esistenza di specifici obblighi contrattuali o di quanto espressamente stabilito da norme di legge. La sua violazione, pertanto, costituisce di per sé inadempimento e può comportare l’obbligo di risarcire il danno che ne sia derivato. In caso di chiusura unilaterale di conto corrente bancario - ha osservato la Suprema corte - non è sicuramente improntato al principio di correttezza e buona fede che deve accompagnare tutto lo svolgimento del rapporto contrattuale compresa la fase di chiusura del conto corrente, il comportamento del dipendente che, a conoscenza della chiusura del conto corrente, ha incassato una somma esplicitamente versata a copertura di un assegno, rilasciando una ricevuta con la dicitura per pagamento assegno. In particolare - ha altresì evidenziato la Suprema corte - sussisteva l’obbligo per la banca - nel rispetto dell’interesse della controparte - di avvertire l’ex correntista che era impossibile incassare una somma a copertura di un assegno che la banca non avrebbe mai potuto pagare.
Cassazione Sezione III, sentenza 17 settembre 2013 n. 21163