E’ vilipendio alla nazione italiana dire «Italia paese di m…»
Nella vicenda in questione l’imputato, nel contestare una multa elevatagli per aver condotto l’autovettura con un solo faro funzionante, aveva pronunciato la frase «invece di andare ad arrestare i tossici pensate a fare queste stronzate. In questo schifo di Italia di m...»
Ad avviso dei giudici di legittimità, tale affermazione costituisce reato di vilipendio alla nazione.
In motivazione la Suprema Corte ha osservato che «il diritto di manifestare il proprio pensiero in qualsiasi modo non può trascendere in offese grossolane e brutali prive di alcuna correlazione con una critica obiettiva»: per integrare il reato, previsto dall’articolo 291 del codice penale, infatti, «è sufficiente una manifestazione generica di vilipendio alla nazione, da intendersi come comunità avente la stessa origine territoriale, storia, lingua e cultura, effettuata pubblicamente».
«La frase pronunciata dall’imputato … integra, pertanto, il delitto di vilipendio previsto dall’articolo 291 cod. pen., sia nel profilo oggettivo, per la grossolana brutalità delle parole pronunciate pubblicamente, tali da ledere oggettivamente il prestigio o l’onore della collettività nazionale, sia nel profilo soggettivo, integrato dal dolo generico, ossia dalla coscienza e volontà di proferire, al cospetto dei verbalizzanti e dei numerosi cittadini presenti sulla pubblica via nel medesimo frangente, le menzionate espressioni di disprezzo, a prescindere dai veri sentimenti nutriti dall’autore e dal movente, nella specie di irata contrarietà per la contravvenzione subita, che abbia spinto l’agente a compiere l’atto di vilipendio».
Cassazione Penale, Sez. I, 4 luglio 2013, n. 28730